Andare a visitare il MoMA a Manhattan ed entrare alla Triennale di New York. Potrà capitare agli appassionati d'arte e design dal prossimo 15 maggio, data di inaugurazione della sede della Triennale nella Grande Mela, che aprirà con una grande mostra italiana su Giò Ponti proprio di fronte all'11 della West 53 Street, ingresso del museo più prestigioso d'America. Il progetto sposa un'idea imprenditoriale di Roberto Manzoni, Ceo di I Living Italy srl, di Davide Rampello, presidente della Triennale di Milano, dei fratelli Alberto e Alessandro Falconi di Ibs Securities (broker e advisory) e del finanziatore svizzero Rocco Zullino, a.d. della Banca Hottinger.
Il nuovo museo d'arte e design si insedierà dove fino all'anno scorso c'era il Museum of Art & Design (trasferitosi in Columbus Circle). I lavori sui 2mila metri quadrati sono già partiti: la Triennale occuperà quattro livelli e comprenderà uno spazio espositivo di mille metri, il bookshop, la caffetteria (aperta dalle 8 del mattino), il bistrot, il ristorante, con cucina rigorosamente italiana (sono in corso accordi con BuonItalia Food), e proporrà un T-store di "italian style of life" ospitando prodotti e aziende del made in Italy.
Per partire, l'intrapresa ha richiesto un investimento di 5 milioni di euro, altri 2,5 serviranno per la gestione operativa ordinaria. Il gruppo Hottinger ha partecipato con 3,5 milioni di euro entrando nell'Art Living LLC di New York, garantendo la fidejussione per il contratto di affitto di otto anni più otto con la Paramount - 1,952 milioni di dollari all'anno - e l'inizio dei lavori di ristrutturazione. «Ora è in corso l'aumento di capitale - spiega Alessandro Falconi, a capo della rete europea di Ibs Securities - per la costituenda I Living World italiana, le cui azioni per 2,5 milioni di euro saranno offerte al gruppo Hottinger, che entrerà con il 30% nella società che sosterrà anche gli altri progetti d'internazionalizzazione della Triennale. Manzoni e il suo management manterranno il controllo». Oggi le branch operative sono I Living Italy (100% Manzoni) e la Art Living LLC di New York (70% Manzoni e 30% Hottinger) e la costituenda società russa (100%) per la futura Triennale di Mosca. Manzoni, gestore della società di servizi della Triennale Bovisa, è in Russia per definire la prossima sede da 3mila metri quadrati, in pieno centro (una ex fabbrica di biscotti), che dovrebbe aprire a fine 2011. Prossime tappe San Paolo in Brasile e Dubai.
«La cultura al servizio dell'impresa» potrebbe essere lo slogan della start up culturale che approderà a maggio nella Midtown. Anche il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, è pronto a entrare in una partita che scommette su un museo dinamico (aperto dalle 10 alle 20), capace di essere profittevole (il 60% dei ricavi è legato alla biglietteria). «La Triennale crea i contenuti delle mostre e affida a terzi la gestione del marchio per il 3% di royalties, della biglietteria e dei servizi offerti nel museo ricevendo in cambio lo spazio gratuito per le mostre», sintetizza Davide Rampello, presidente della Triennale di Milano. La scommessa è quella di intercettare il flusso dei 2,8 milioni di visitatori del MoMA, 8mila al giorno, che pagano un biglietto da 20 dollari, suggerendo - data la vicinanza - una visitina anche in Triennale, a 10 dollari. Spiega Manzoni: «La società andrebbe in pareggio in un anno con 275mila visitatori e un incasso di 137.500 dollari da bistrot e ristorante, altrettanti da caffetteria e 27.500 da merchandising e libri». Ibs ha costruito il business plan sui flussi del precedente museo, il Museum of Art & Design, che nel 2008 ha registrato 275mila visitatori staccando ticket da 15 dollari.
«Abbassando l'ingresso a 10 dollari, ci aspettiamo di poter contare nel 2012 su almeno 330mila visitatori – spiega Manzoni - e ricavi da bistrot e ristorante per 165mila dollari, idem per la caffetteria e 49.500 da merchandising e books». Sul fronte dei costi l'operazione prevede, a parte la voce significativa dell'affitto, 1,650 milioni annui per il personale (un'ottantina di persone) compresi gli emolumenti del futuro direttore, che potranno diventare 2,3 milioni nel 2012, 620mila dollari di spese di marketing e sviluppo e 520mila per le spese generali.
A conti fatti già a dicembre il museo potrebbe produrre un utile netto di 223.307 dollari (grazie agli incassi da biglietteria che pesano per il 60%) con una prospettiva d'incremento a circa 1,2 milioni nel 2011, di quasi il doppio nel 2012, sino a oltre 4,7 milioni nel 2014. Gli oneri gestionali saranno a carico della Triennale che potrà contare sul contributo di circa 2 milioni annui da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
«Il ministro Claudio Scajola ha mostrato grande sensibilità al progetto realizzato in collaborazione con l'Ice e l'Istituto di Cultura - conferma Rampello - e dopo New York puntiamo su altre sedi, abbiamo fatto sopralluoghi a Mosca e San Paolo e in India su indicazione del ministero. All'operazione è interessata anche la Camera di Commercio di Milano per fare rete con le aziende italiane che offrono il made in Italy. Pensiamo anche di collegarci con le università».
Per ristrutturare lo spazio sulla 53sima Strada sono stati chiamati lo Studio De Lucchi e Cerri e il general project è di Jones Lang LaSalle, mentre Mapei fornirà i materiali. Questa finestra italiana nel mondo internazionale dell'arte avrà il centro artistico a Milano: la produzione delle mostre sarà curata dalla Triennale e dal suo comitato scientifico. Sarà un uomo della Triennale, ancora top secret, a traghettare la produzione espositiva a New York, per affidarla a un direttore fortemente radicato nella realtà artistica americana.
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